Ludwigshafen. E’ cresciuta nel mondo tedesco, non ha ancora 23 anni, eppure si candida per il Comites

 

In tutte le Circoscrizioni consolari sono stati spediti ai connazionali i plichi elettorali per il rinnovo dei Comitati degli Italiani all’Estero (Com.It.Es). La scheda elettorale, una volta espresso il voto, dovrà rientrare in Consolato entro la mezzanotte di venerdì 26 marzo. Il voto per posta dovrebbe agevolare la partecipazione. Abbiamo intervistato una giovane candidata di Ludwigshafen, Maria Berardi, che compirà 22 anni a dicembre.

 

D - Maria, con i tuoi 22 anni sei la più giovane candidata della lista nr. 3 Eurocittadini (e forse di tutte le liste) alle prossime elezioni del Comitato degli Italiani all'Estero (Comites) di Francoforte. Ci vuoi in primo luogo parlare di te e della tua famiglia?

 

Berardi - Sono nata e cresciuta a Ludwigshafen. I miei genitori sono del Molise. Dopo  il conseguimento del diploma scolastico della Hauptschule ho iniziato l´apprendistato nel settore della consulenza fiscale. Non é stato certo facile accollarmi un simile impegno poiché e´una delle professioni più difficili. In estate, dopo gli esami, spero di restare in questa cancelleria, dove attualmente assolvo il tirocinio e lavoro nel tempo libero. Mio padre ha lavorato  nel Comune e ora e´pensionato. Mia madre lavora ancora nella cucina dell´ospedale. I miei genitori sono molto aperti ai contatti umani e da loro ho avuto sempre un grande sostegno. Ho un fratellino di 7 anni, Alessandro.

 

D – Ti sei formata nella scuola tedesca. Sei contenta d'aver frequentato il corso di italiano o rimpiangi di non avere investito il tuo tempo in altre materie? Cosa consigli agli alunni italiani?

 

Berarrdi - Durante l´iter scolastico ho frequentato il corso di lingua italiana e sono felice di averlo fatto fino alla fine, anche se ancora non parlo perfettamente l´italiano. Io vorrei consigliare a tutti di frequentare questi corsi di italiano. Sono fortunata: i  miei genitori mi hanno sempre seguito e assistito, nei compiti scolastici e non solo. Li ringrazio, perché si sono sempre occupati di me, mi hanno fatto capire l’importanza della scuola, dei corsi di italiano, e mi hanno  anche appoggiato nei miei  hobby. I genitori devono  investire tempo per i loro figli e pensare al loro futuro.

 

D - Sei cresciuta nella parrocchia tedesca, dove hai anche alcune responsabilità e curi alcuni  tuoi hobby. Ce ne puoi parlare? Come sono i contatti con la Missione italiana? Che diversità vedi tra noi ed i tedeschi?

 

Berardi - Nel mio tempo libero mi interesso di tante cose. Tra l’altro faccio parte del gruppo giovanile nella parrocchia tedesca, dove ho alcune responsabilità direttive. Sono anche attiva nella  banda musicale della Kolping Familie. Mi dispiace di non poter essere attiva anche nella Missione cattolica, perché  e´molto distante. Mi piacerebbe aiutare a formare un gruppo musicale con i giovani.

Per quanto riguarda le diversità, noto un certa differenza fra le nostre famiglie e quelle tedesche, come nelle rispettive tradizioni sociali e culturali. Noi siamo più espansivi, loro più freddi. In particolar modo  noto che le famiglie italiane curano più intensamente i rapporti di famiglia, con la conseguenza che sono più unite. Inoltre le nostre famiglie mi sembrano più religiose.

 

D - Non hai ancora finito il curriculum formativo e già ti candidi per un organismo di rappresentanza come il Comites. Cosa ti ha spinto a candidarti e quali sono i problemi che vorrai seguire o curare in caso di lezione?

 

Berardi - Io sono la piu´giovane della lista  e mi sono candidata su incitamento del nostro amico di famiglia Vito Centorbi. Mi interessa l´integrazione dei giovani. Quindi voglio soprattutto occuparmi di tutti i loro problemi, da quelli scolastici a quelli  relativi la formazione professionale e l´inserimento nel mondo del lavoro, senza trascurare quelli di tipo burocratico. Data la mia  giovane etá potrei essere sicuramente, almeno per loro, un punto di riferimento.

Per finire esprimo tutta la mia ammirazione per quelli che hanno avuto il coraggio di emigrare in giovane età, affrontando tante difficoltà e problemi di ogni tipo, da quelli linguistici a quelli culturali, all’inserimento in una società molto diversa. 

(a cura di tb/Centorbi, de.it.press)